Il Calendario Romano – I Mesi

Abbiamo già visto come il calendario antico abbia lasciato profonde tracce nel nostro calendario. Riprendiamo ora il nostro viaggio esplorando i mesi del calendario romano, incredibilmente simili ai nostri.

Qui la Prima Parte Il Calendario Romano – La settimana

I mesi

Originariamente il calendario romano si basava sui cicli lunari ed era diviso in 10 mesi. Come abbiamo già visto l’anno iniziava a marzo, più precisamente alla luna di piena di marzo (circa il 15), e non a gennaio.

Il calendario però aveva mesi da 30 giorni, proprio perché basato sui cicli lunari. Com’è possibile che 10 mesi da 30 giorni riescano a coprire un anno? Potreste pensare che ogni anno restasse indietro di 2 mesi rispetto al nostro calendario, ovvero dopo 300 giorni iniziasse un nuovo anno. In effetti il calendario comprendeva solo 304 giorni, ma questo avrebbe significato gravi problemi, in particolare perché il calendario aveva una grande importanza nell’agricoltura, come avremmo modo di notare.

Ciò che succedeva era che, in realtà, a dicembre si smetteva di contare per poi riprendere a marzo, ovvero c’erano 60 giorni non assegnati ad alcun mese. Questo calendario, che secondo la leggenda era dovuto addirittura a Romolo, venne modificato da Numa Pompilio che “aggiunse” i mesi di gennaio e febbraio.

Possiamo ora vedere quali erano i mesi dell’anno romano, e scoprire come questi avessero nomi molto simili ai nostri mesi.

Il primo mese era quello di Martius (gennaio divenne il primo con le riforme di Cesare), ovvero il mese dedicato al Dio Marte. La ragione è estremamente semplice. A marzo infatti, con la fine dell’inverno, veniva riorganizzato l’esercito.

Seguiva poi Apriilis, ovviamente il mese di Aprile, il cui significato veniva da aperio, aperire, ovvero aprire, simbolicamente “l’apertura della natura”, in cui ovviamente i lavori agricoli ricominciavano in pieno.

Arrivava poi Maius, il mese di maggio, dedicato alla divinità Maia, la dea della fertilità della terra e, ancora una volta, del risveglio della natura.

Poi Iunius, giugno, dedicato a Giunone, dea della maternità e della procreazione.

E qui la storia prosegue con i mesi di Quintilis (“quinto”), Sextilis (“sesto”), September (“settimo”), October (“ottavo”), November (“nono”), December (“decimo”).

Tutti questi mesi, fra cui figurano Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre prendevano infatti il loro nome dalla posizione nel calendario. Per quanto riguarda i mesi di Quintilis e Sextilis, avremmo modo di riprendere più avanti.

Dopo December arrivarono quindi Ianuarius, il mese dedicato a Giano, il dio di “frontiera” fra due anni.

E quindi il mese del Februarius , dedicato al februrare, ovvero al purificarsi, poiché nella religione romana era il mese dedicato alla purificazioni.

Nonostante l’aggiunta dei due mesi comunque il calendario restava ancora disallineato con il calendario solare per cui veniva a volte aggiunto un altro mese, il mese del mercedonio (o anche Mensis Intercalari), che solitamente durava 27 giorni e che portava quell’anno a quasi 380 giorni, in modo da “recuperare” i giorni persi.

Infatti il calendario romano era imperfetto, e toccava al pontefice massimo (massima carica religiosa), dover aggiungere dei giorni “extra”.

Che fine hanno fatto, invece, i mesi di Quintilis e Sextilis?

Ebbene, il primo è stato dedicato a Giulio Cesare, il cui nome latino era Iulius, da cui luglio. Il secondo è stato invece dedicato a Ottaviano Augusto, da cui agosto.

Peraltro il mese di agosto originariamente 30 giorni, e non 31. Il trentunesimo giorno fu “rubato” a febbraio (che quindi ne ha solo 29 negli anni bisestili) per far pareggiare il mese di Augusto con quello di Giulio Cesare.

-D.Leone


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